A Tempo Determinato ~ Lindagine.it
Una società “liquida” evaporerà al “Sole”,
adesso piove, l’acidità si riversa;
anime “lunatiche” tentano di alternar la marea,
ma più forte adesso la tempesta imperversa.
Tutto si arresta, Tu adesso chi incolpi?
Terra implora riparo, Umani fuggono gobbi;
ma l’ombrello porta buchi, guarda ora quei volti:
diverso destino, ma stesse sorti.
Così i Molti aspireranno alla vita nello spazio,
ma puoi cambiare cielo, ma non cambi la ratio:
La velleità di controllo rimarrà la fonte di autodistruzione.
Stagioni si ribelleranno, a ciascuna il suo anno;
Venti si alterneranno, sennò sarà tornado:
A tempo determinato sia il potere tra Luna e Sole.
Testo coperto da Copyright ©️ Testo ad opera di Linda Cianci (Lindagine)
CHIAVI DI LETTURA :
1. “Non si dimentichi mai che si è eletti per operare; e non si opera per essere eletti. La confusione dei fini risulterebbe nefasta.”
2. “Bisognerebbe prendere a modello l’Ecosistema e non trasformarlo mai in “EgoSistema”, si ascolti quanto ha da dire il cambiamento climatico a riguardo. Tutto deve avere un suo rinnovo, un suo ciclo, tutto è necessario sia determinato o comunque commisurato; ciascuno con il proprio fine, ma mai fine a se stesso, come le ore diurne e notturne, le stagioni, i venti, così come ogni potere umano. Potere umano che sia possibile allegoricamente rappresentare con il Sole (il cui abuso di potere porterà all'evaporazione della società liquida) e la luna ( l'alibi di fronteggiare il nemico condurrà ad un ulteriore abuso di potere che invece di calmar le acque, altererà la marea tanto da generare una "tempesta" distruttiva in egual misura. Le conseguenze saranno molteplici e catastrofiche per ambedue e non solo. Le vittime colpite difatti saranno: la terra e gli umani con l'ombrello ma pieno di buchi). Tuttavia è ipocrita attribuire la colpa solamente alla Luna e al Sole, la collaborazione era necessaria anche tra la Terra e gli Umani che, difatti, avranno stessa sorte della prima, in quanto la pioggia acida lacererà il loro riparo: l'ombrello [...]".
3. “La politica non è un mestiere, è un servizio a tempo più o meno determinato. Ipocrita è sostenere l’assenza di sola velleità, ma nefasta è tale velleità come unica, solipsistica, visione.
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Nota a margine attualizzata : 22/06/2025
𝐋’𝐈𝐥𝐥𝐮𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨𝐥𝐥𝐨
“[…]La velleità di controllo ne determinerà il crollo.”
In #ATempoDeterminato, Lindagine di Ottobre 2021, si sottolineava la crucialità ed importanza dell’alternarsi dei “tornado”, dei “venti”, intendendo anche che non possiamo evitare la guerra — in qualunque forma essa si presenti — ma possiamo, di certo, #riorganizzarla: renderla meno abitudine, meno violenta, più diplomatica e pacifica: trasformarla.
Ma qualcosa, da un po' di tempo, è cambiato
- o meglio, si è riproposto: nuovi attacchi, sempre più frequenti, nel Medio Oriente. E la domanda, tra le tante, che sorge è: cosa inizia davvero a cambiare anche per noi, “spettatori a distanza”? Cambia la percezione. Giorno dopo giorno, notizia dopo notizia.
Ci stiamo abituando ad una nuova escalation globale, al linguaggio della guerra, come fosse normale, come fosse l’unico possibile. […] Ci stiamo abituando a digerire l’idea che bombardare un Paese — qualunque esso sia e da qualunque parte provenga l’ordine — sia un atto “necessario” e che la morte dei civili sia “solo” un “effetto collaterale”. Ma vogliamo davvero abituarci a questo?
Lo sappiamo bene: la forza non appartiene alla civiltà e non è uno strumento legittimo e consono per ordinare il caos mondiale. Colpire un Paese non significa risolvere un conflitto, ma alimentarlo. Significa allegare una credenza che va strutturandosi, un messaggio non detto, ma esplicito: il dialogo è finito e la politica del terrore è tornata a essere lo strumento d’eccellenza della politica estera.
I media ci chiedono di “votare”, di schierarci commentando post. Ci chiedono, in sostanza, di semplificare: di ridurre tutto a un pensiero dicotomico, bianco o nero, che si concentra sul prodotto - che si compra o disprezza superficialmente in base a percezioni più o meno indotte - e non sull’origine - che invece richiede comprensione e riflessione. Ma così facendo, non stiamo forse depistando il nostro stesso pensiero critico, anche quel poco concesso? (scritto provocatoriamente).
La realtà non è mai semplice e lineare. È complessa, sfumata, contraddittoria. La guerra non è mai giusta, né ha veri benefici. Serve solo a “riorganizzare i poteri” (H. Arendt). E come sosteneva anche uno tra i più distinti filosofi e generali del VI-V secolo a.C.: “Solo i guerrieri sconfitti prima vanno in guerra e poi cercano di vincere.” Tutti concetti ben saldi nella nostra cultura, così tanto da averne forse dimenticato il vero significato.
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